San Pellegrino e il Drago

Ultima modifica 2 aprile 2023

RAGUAGLIO DELLA VITA E MORTE
DELL'APOSTOLO DI SICILIA SANTO PELLEGRINO

Primo Vescovo Triocalitano e Protettore di Caltabellotta. Cavato d'alcuni antichi codici manuscritti di detta città, e trasportato dal latino in volgare. (1794)

santopellegrino

C. 1v:

(Nel) tempo che nostro signore Gesù Cristo se ne ascese glorioso, e trionfante al cielo, e doppo chè la gloriosa assunzione di Maria V. sconvolse tutto l'inferno contro del genere umano, s'inalzarono molti in(fedeli)... abbattendo e contrariando la nuova santa fede, e legge lasci(ando?)... Molti demonij signoreggiavano diversi paesi del (mondo e princip)almente la Trinacria nella quale si pompeggiavano in or(rende (?) e spa)ventevole forme, hor di bestie, hor di serpenti, ed insaziabili Dra(goni semi)nando terrore, e spavento a quella misera gente.
(In tali?) borrascose tempeste, maneggiava il timone della Nave della Chiesa il santo Apostolo Pietro, il quale avea mandato per diverse parti del mondo i Santi Apostoli per predicare l'evangelio, e piantare la fede Cristiana:
... che si trovavano in Roma convertiti alla fede Vuomini di vita religiosa e integrità di costumi, rendendosi venerabili a tutti per il savio, e santo deportamento con Dio e con i prossimi, tra i quali s'annoverava il nostro santo Pellegrino nato da Lucca della Gregia; avvisato dall'Angelo l'Apostolo Pietro, se li fece chiamare alla sua presenza, e osservata d'ogn uno del... lta la sincerità, e la santita nell'osservanza della divina legge, li ripar... che in altre parti del mondo, ove ancora non erano andati li santi Apo(stoli) a disseminare la divina parola, e fede di Gesù Cristo, infetti d'Idolatria ... spiriti conturbatori di nostra pace. A Pellegrino però ci consi... ... la Sicilia: il che fece doppo lunga orazione con somma istanza fatta ... per provederla d'Unomo insigne e speciale. Questo umiliato a piedi del (somm)o Pontefice, con tutto genio, e spirito di perfezione Cristiana, volentieri (?) ne accettò la carica, ed assieme d'altri suoi compagni, che si dice es(sere) stati Macario, Massimo e Marciano, ne domandò la Pontificia benedizione, la quale ottenutala, ne ricevette per mano del santo Apostolo il libro del santo evangelio per predicarlo. Fu anch'avvisato come nella Città di Triocula vicino ad una montagna, dimorava in oscura caverna un voracissimo Dragone grande non solo per la corporatura, m'anche per (li malan?)ni che apportava, essendo di massimo terrore agli sfortunati ha(bbitanti?) li quali per rachetarlo, non riflettendo l'insensibile destruzione ... cotidianamente l'alimentavano con carni d'innocenti f(anciulli) quali l'iniqua sorte li traheva ad esser pascolo di si vorace (dragone?) ... consapevole Pellegrino uniformatosi al divino volere (simo)strò umile ed ubidiente. Risolse d'intraprendere quel l(ungo fatico)so viaggio per amore di Dio, e di convertire l'anime... cristianesimo, al lume della santa fede cattolica.

C. 2v:

Chiestane la Pontificia Benedizione, e licenziatosi il santo Pellegrino dall'Apostolo Pietro, dal quale, essendo fatto Sacerdote e consagrato Vescovo, ottenne anche tutta quella autorità, ed ampla potestà, concernente ad una tale carica, coll'ag (iu)to del Signore s'imbarcò con altri compagni, doppo puochi giorni prosperamente pervenne a spiaggia del mare di Sicilia.
Sbarcò, come vogliono alcuni, dal ... to della Verdura, ed altri dicono, che sbarcò alla città della picciola Cartagine, oggi chiamata Capobianco, ove fece residenza per alcuni giorni predicandoci la fede di Gesu cristo e il suo santo evangelio: Al di di oggi ancora se ne vedono i vestiggi di quella città, la quale fu distrutta da poi da i Romani con quella anche di Triocola di cui pure se ne osservano gli antichi vestiggi essendone rimasta solamente la Terra di Caltabellotta, e il casale di S. Anna due miglia in circa distante da quella.
Non mancò fra tanto al Demonio invidioso, di tentare ed assaltare il Santo Vecchio pellegrino, or cò mali intoppi e sinistri accidenti nel camino per impedirci il viaggio di andare in Triocula, sapendo, che doveva riducere alla fede quella Gente Idolatra, e distrudere quel Serpe infernale; or con persecuzioni, maltratti, e percosse di gente barbara, e spietata, infedele, Idolatra ed ignorante; or con continue vigilie, mortificazioni ed astinenze, l'affligeva nel corpo, ed or suscitava liti, e questioni, impedimenti ed ostacoli, ed altri infiniti malori per contro il Santo. Ma egli tutto umile, e paciente, soffriva ogni cosa per l'amore di Dio, e zelante qual altro Elia predica va la fede di Gesucristo, e il suo santo Evangelio, e che col suo prodigioso bastone, che sempre in mano teneva, qual altro Moise, a (gloria) di Dio, operava portenti, e miracoli, per li quali molti credettero in Gesu cristo ed abbracciarono la fede Cristiana.
Era allora la Sicilia posseduta e governata da Greci Idolatri in molte parti e città soggetti al Romano Imperio, allora in quei... secoli, e poi doppo come dicono alcuni del ottavo secolo furono destrutti i Greci, e subentrarono i Saracini. Ma quando venne il Santo pellegrino in Triocula, non erano propriamente Saracini, ma Greci Idolatri ed infideli, e quando dico in questa istoria che Trio(cula era hab)itata da Saracini, sento dire essere di questa nazio... Idolatra, e Saracina, cioè senza lume e senza fede.

C. 3v:

Da Capo bianco ove si dice essere stata la piccola Cartagine, e che ivi avesse sbarcato il nostro S. Pellegrino, di rimpetto a quella, quasi a sedici miglia in circa di distanza, vi e la Terra di Caltabellotta, dove un tempo era la vasta Città di Triocula, a lato di cui dalla parte di Oriente e mezzo giorno vi sono due monticelli chiamati Xghjagliari, et Hargione che vogliono dire, presidio, e guardiola.
Sopra più distanti, vi e un altra montagna grande di pietra massiccia chiamata Ghuaguaia, che voi dire fortezza; collaterale a questa in mezzo vi è un pizzone alto e grande, che sin'oggi si chiama castello ove si ascende per mezzo d'una porta, sca(la?) di pietra, e di fabriche antichissime. In fine poi dalla parte di occidente vi è un alto pizzone o sia collina chiamata Xghulega che voi dire montauro, che dalla rupe e caverne di questo (monte?) usciva e si nascondeva il Serpe devoratore; e poi discacciato da Pellegrino e subissato per sempre.
Era allora habbitata la città di Triocula da perfida genti Saraceni idolatri e per divino castigo di Dio erano vessati da un orribile Dragone, che giornalmente usciva dalla Caverna di quel monte, facendo stragge e vendetta a chi per accaso incontrava, ... piena fronte g... fece gran danni, e li animali e bestiame, e col tempo inoltratosi vicino alla Città si diede in (p)reda degli uomini habbitanti, cibbandosi delle loro carni, con spavento, confusione, ed orrore di quei miseri, e disgraziati Cittadini. Non sapevano i meschini trovar modi ed arte a poterlo abbattere e destrudere: fatto Consilio (il) Prefetto, Governadore, e Magistrato di quella Città, divennero d'inbus(so)larsi con polise tutti i fanciulli si di uomini che di femine, e chi a sorte nel giorno usciva la polisa, si andava a dare in cibbo quel misero parvoletto (all')insaziabile Dragone, il quale con urli spaventose faceva ribombare quel (a)ria, e quei confini, riempendoli di spavento, e confusione: e cosi rachietavano l'insaziabile fame di quel maligno Serpe; non accorgendosi quei
miseri, che col decorso de tempi doveva farne preda di tutti, e distruder(li) anche con tutti gl'altri babitanti in Sicilia. Ma mosso poi a pietà il misericordioso Dio di quella gente anch Idolatra, a riguardo di quei innocenti Bambini, ispirò all'Apostolo Pietro di mandare in Sicilia quel gran Campione e valoroso pellegrino, per abbattere, vincere, e destrude(re) la perfidia del Paganesimo; sprofondare l'iniquo Serpe; e piantare la vera fede di Gesu cristo signore e redentore nostro; che si dice essere stato al anno quaranta, doppo la morte di Gesu cristo.

C. 4v:

Mentre ardeva di desiderio nel suo cuore il buon vecchio Pellegrino per andare con premura alla città di Triocula, fattone consapevole a suoi compagni, e ad altri suoi affezzionati, ci domandò licenza, e postosi in barca, venne a sbarcarsi nella spiaggia di verdura, da dove per giungere in Triocula, vi era la distanza circa a dodeci miglia di via.
Fra tanto confidando nella divina clemenza, e bontà di Dio si pose in camino, ed appoggiatosi al suo bastone, che in mano teneva, alla peduna si partì per quella città. Nel mezzo quasi del camino il Santo Vecchio si vidde accompagnare da un bellissimo Giovane il quale facendoci di guida, venne a pernottare vicino ad una mandra di pecori, che alcuni dicono essere stato nel feudo del pioppo, ove quei indiscreti ed infidi pecoraj non volsero accoglerlo, anzi facendoci de mali tratti cercarono di farlo mangiare da i cani; ma il Santo Pellegrino con somma pacienza offeriva ogni cosa al Signore, e stiede tutta quella notte in continua orazione.
Fattosi giorno intraprese Pellegrino il suo camino verso la città, e non volse andare dalle parti di abbasso, da dove li veniva più vicino; ma volse andare dalle parti di alto, per entrare vicino al monte Xghulegha dove era il covile del maligno e diabolico Serpe. Era ivi vicino alla città un folto bosco, dove giunto il Pellegrino stracco e lasso dal viaggio si pose a sedere per riposarsi e pigliare un puoco di respiro, nel mentre sopragiunti alcuni ragazzi indomiti e senza fede istigati dal Demonio invidioso, che fremeva contro il suo rivale, fece che quelli avventandosi contro il pellegrino, come e solito di alcuni maligni giovinotti, incominciarono a maltrattarlo ed inciuriarlo, e con pietre, e con verghe gli diediro dei colpi; ma il Santo surridendo con pacienza gli diede luogo, ed alzatosi con gran modestia e mansueudine, uniforinato al divino volere, entrò nella vasta città di Triocula.

C. 5v:

Entrato che fu il buon Vecchio e Santo Pellegrino nella Città di Triocula a lui destinata, stracco dal camino, e carico dagl'anni, pervenne alla fine in quel luogo dove accadde un certo giorno questo deplorabile infortunio ad un picciolo fanciullo, unico sollievo della madre, la quale unicamente amavalo.
A questa innanti che il figlio fosse buttato per essere devorato da quell'insaziabile Dragone gli avvenne un gran prodigio. Haveva domandato da essa allora quando entrò la nominata Città Pellegrino la limosina a nome di Gesucristo, perchè mendicava di porta in porta il vitto, quale per amore di Dio procacciavasi la pietà e divozione di quella ancor che non s'avesse trovato del pane per soccorrere e sovvenire la necessità di Pellegrino, la spinse frettolosa a portarsi ad una vicina per prestarselo. Questa però benche abondatissimamente n'avesse, sentendo che dovea darlo al Pellegrino, disse di non averne, autenticando la negativa con un falso giuramento: per onde vuoto dell'elemosina, fu licenziato e se ne andò Pellegrino.
Dopo poco intervallo di tempo la spergiura femina ritornò al luogo dove riposava il pane, e quel medemo quale d'averne haveva con falso giuramento negato, lo ritrova cambiato in durissimi sassi, ancor che ritenessero la forma di pane.
Altri per antica tradizione dicono, che Pellegrino chiese un puoco di pane per elemosina allor che entrò la Città, non da quella medesima donna a cui doppo giorni ci aveva liberato il figlio dalla morte del Dragone; ma che fosse stata un altra donna la quale haveva fatto il pane in quel giorno, e lo riteneva nel forno per cuocirlo, e nell'atto stesso che stava per sfornarlo ed uscirlo fuori, intese bussare la porta, dove andata la donna trovò il Pellegrino, tutto umile e mansueto, gli domandò un pezzetto di pane per carità, e ne la pregava a nome di Dio a farcene l'elemosina, quella gli fece la negativa di non averne: ma importuno il Vecchio disseli di averlo nel forno, che stava per uscirlo, che gli dasse un pezzetto, che il suo Dio ce l'avrebbe rimunerato; ciò sentendo la donna, disseli che Dio e Dio, anda vecchio insensato che io non ho pane da darti, e così sbacattatolo tra puoche parole, li chiuse la porta in faccia e frettolosa se ne andò al forno. Allora il Santo Vecchio avutane la negativa, senza nulla conturbarsi alzò gl occhi al cielo, uniformato al divino volere, se ne andò altrove.

C. 6v:

Ritornata che fu al forno l'iniqua femina, chiamò la serva per sfornarne il pane che ivi racchiuso era per cuocersi. Allora la Serva con altri di casa, aperta la bocca del forno, in luogo di uscire calore da quello, viddero uscire umido e freddo; non sapendo che ne sia la caggione, prese la pala, e stendendola nel forno per tirarne un pane, stentò a sormentarlo sopra per essere assai ponderoso, onde steso lo braccio dentro al forno, ne trasse uno fuori e lo vidde in durissimo sasso, così tirati tutti gl'altri si trovarono convertiti in perfettissime giache. Osservato il prodigio, e grandissimamente confusa ed atterrita la misera donna, conobbe essere questo castigo della fal
sa attestazione a Dio fatta, e per i disprezzi e negativa fatta al limosinante Pellegrino; tutti della casa storditi e maravigliati del fatto, incominciarono a gridare, quanto che, correndo tutti i convicini s'empì la casa di molti genti stupidi ed ammirati dell'occorso.
D'un subito la donna portandosi di casa in casa nella città, mostrava il pane fatto sasso con tutti i segni e fissure fatti di coltello, e di busa; meravigliandosi tutti, e la causa del miracolo pubblicamente manifestava.
Or tanto il primo, quanto questo secondo fatto che si racconta del pane convertito in duri sassi, sono d'opinione taluni che fosse successi ambidue tra un giorno in diversi parti della città, e che fossero stati fatti due volte questo miracolo dal Santo Pellegrino. Masia come si voglia; si vedono sino al giorno d'oggi, che s'espongono alla venerazione de fedeli qui in Caltabellotta al nobile Santuario di detto Santo in giorni festivi, quattro di detti pani con ammirazione anche di forastieri, che vi concorrono. Anche nella felice Città di Palermo ve ne sono altri quattro che si tengono in venerazione dei fornari li quali tengono per protettore del loro impiego questo Santo Vescovo Pellegrino.
Fu bastante motivo questa trasmutazione di pane in pietra, con altri portenti operati dal Santo Vecchio, di convertire tutta quella gente Idolatra alla fede di Gesucristo; e fu tutta disposizione di Dio, di servirsi per questo mezzo e chiamare quella gente Pagana ed Idolatra al grembio di Santa chiesa, e di avere più credito il Santo Pellegrino nelle sue Apostolice predicazioni, che poi fece a quel Popolo Triocolitano.

C. 7v:

Si promulgò quasi per tutta la Città di Triocula, il portentoso successo del pane convertito in duri sassi operato da un scalzo, e malacconcio Pellegrino mendicante, in persona d'una indiscreta e bugiarda donna; e correndo a folla per curiosità ogni ceto di persona veniva a vedere quel pane, e se ne tornava stupida e maravigliata del fatto. Ne giunse la notizia ad aures del Prefetto e Governadore della città, e di altri Ministri e grandi della Corte; informatisi chi fosse quella donna di cui era il pane, la feciro chiamare con detto pane alla loro presenza, dove giunta quella donna assieme con la sua serva, gli mostraro alla presenza di quel consesso il pane in pietra, ed in ammirarlo, restarono stupidi e quasi fuori di se, e non sapendo a ch'attribuirlo, chi diceva essere maggia, chi diceva essere miraculo stupendo, chi diceva essere opera delli suoi Dei, e chi diceva una cosa, e ch'un altra, alla fine rispose il Prefetto, e domandò alla donna come fu la cosa, quella rispose; Sappij o signore che io domentre stava al forno per uscire il pane, intesi battere la mia porta, che teneva chiusa, andai ad aprirla, e trovai un venerando vecchio, scalzo, con abbito lungo ruvido, e rapizzato, con un bastone alla mano, mi chiedette del pane, ed io negandoli di averne, egli mi disse, che io stava d'uscirlo dal forno, e pregando mi instantemente a nome del suo Dio di farcene la carità; io in colira ed intrepida, li disse, che Dio e Dio, anda vecchio insensato, e chiusoci la porta in faccia, andai al forno, e trovai tutto il pane convertito in duro sasso, come già stai vedendo. Rispose il Prefetto: Ahi questa non è maggia, ne altro come voi sinistramente pensate: quest'e un gran Vuomo; olà ministri andiate a cercare il Pellegrino e in trovarlo portatilo alla mia presenza. Allora i ministri e Satelliti andarono frettolosi a cercarlo, girando tutta la Città, e per quanto feciro di diligenza non pottero ritrovarlo, e credendosi di già esserne andato altrove, e quietandosi tutti se ne stavano spenserati. E la donna con la sua serva si ritirarono in sua Casa, che non mancò già mai a farne riclamore diceva male del Pellegrino facendo vive istanze di tribunale in tribunale, ne voleva tutto il disimpegno e la vendetta.

C. 8v:

Arrivato il stabilito giorno nel quale doveva esser fatto cibo della bestia inumana, il meschino fanciullo, che per disgrazia la polisa era sortita per il figlio unico di quella madre che nel giorno scorso, come dicono alcuni, il Santo chiesta l'aveva d'un può di pane per l'amor di Dio: quel mostro infernale haveva già uscito dalla tenebrosa stanza tutto pavoneggiandosi, gonfio d'alterigia, e dominio, con le pupille che vibravano minaccie e spavento, con la voraginosa bocca aperta arsiccia di sangue, e famelica di carne umana, con l'irsute squame, con l'inviticchiata coda, e con il superbo andare, si portava al determinato luogo dove soleva sodisfare l'insaziabile fame, ed estinguere l'ardente sete di carne e sangue di Bambini innocenti: già secondo il costume, e per dir meglio secondo l'abuso, gli ministri esequitori di una tale crudeltà, avendo con violenza strappato l'amato pegno dal seno materno, lo minavano con finte carezze per consegnarlo nella branche di morte si orrenda, qual era l'essere devorato vivo. Or pensate voi i gridi e gemiti ne quali allor proruppe l'afflitta genitrice nel vedersi strappata l'unica pupilla dell'occhi suoi, e la dilettissima e singolare alma del seno il Parvoletto, che alcuni dicono esser stato di anni tre, e con quali singulti e lagrime scongiurava li suoi Dei, che non potevano darli mai agiuto: cosa competente alla tenerezza delle viscere di madre, e madre di unico figlio. Quando fra questo mentre quei crudi ministri stavano per partirsi, e portare il fanciullo tutti ripieni di timore e spavento per non vedere la bruttezza ed agilità feroce di quel Dragone; ecco l'agiuto di Dio pronto a chi veramente di cuore il pretende; Se li presenta il Venerabile Vecchio e Santo Pellegrino col suo bastone nella destra, giunce innanzi della afflitta donna piangente e mesta, e con animo generoso gli disse: Non temere o donna: credi nel mio Dio, che il tutto può ed e onnipotente creatore del cielo e della terra, e vedrai
oggi a suo nome, destruttto il serpe e liberato il tuo figlio, e se David con una pietra abbattè e vinse il Gigante Goliat, Io col mio bastone conculcherò e vincerò l'inferno; e poi fattosi in mezzo a quei ministri gli disse: di grazia, e date a me questo fanciullo che lo portirò e lo daro a devorare a quel Dragone. Quei allora contenti ci consegnarono il Parvoletto nelle mani, e fra di loro guardandosi l'un l'altro dicevano: chi è mai costui? cosi ardito e curagioso: forse e quel Pellegrino che jeri con suoi incanti fece convertire il pane in in vivi sassi: vedremo a che giovirà oggi la sua maggia. Allora il Par-
voletto vedendosi diviso dalla Madre piangente e confuso non potevano achietarlo da i singulti e gridi che faceva: Ma il Santo Vecchio dandoci d'animo e speranza gli disse: Deh taci o anima innocente che oggi vedrai la portentosa mano di Dio quanto potrà in tua difesa, e di questo popolo indiscredente, e senza fede.

C. 9v:

Pigliatosi il S. Pellegrino il Fanciullo per la mano, e colla destra appoggiatosi al suo bastone s'incaminò per andare all'incontro del gran Dragone, il quale si dice essere invasato d' un Demonio chiamato Rufo, o sia Ruphiel, che di chiunche faceva straggi e vendetta, apportando terrore, e spavento non solo agli uomini m'anche all'animali della terra, che al solo orlo spaventoso fuggivano tremanti e si nascondevano. Veniva accompagniato il Santo vecchio da Soldati armati, da Ministri, e concorso d'altre persone, e fra gl'altri l'afflitta Madre del Fanciullo e parenti che piangevano la disgraziata morte che dovea succedere del nico e grazioso parvoletto. Alcuni lo seguivano da lontano per pura curiosità e dicevano; oh che insensato Pellegrino: Or vedremo al cimento come il grande e forte Dragone, preda farà e dal vecchio e dal fanciullo, e guardando da lontano erano aspettatori del fatto: Nel mentre avvicinandosi il Santo Vecchio a passi lenti, con magnifica presenza, con volto sereno risplendente giolivo e risolente, scendeva dal monte il maligno serpe, credendosi già che si portava il delizioso, e desiderato alimento, com'era stato solito In quell'ora destinata, per allegrezza tripudiava, e con gli salti che per la festa faceva, caggionava grandissimi strepiti e rumori. Fattosi da poi più da vicino, e scorgendo il Santo Vecchio, si cambiarono le scene, poichè s'intimorì talmente ch'incominciò a tremare, e spaventatosi si rivolgè per terra, fremendo spomando, e urlando con l'ali ribatteva e percuteva il suolo: il rumore dei quale ingeriva timore e confusione agli spettanti, ed ivi trattenutosi non ebbe più ardire di passare più oltre: Ma Pellegrino intrepido sempre fidando in Dio, più inoltrandosi, al Dragone liberamente offeriva il Fanciullo in cibbo; e il Dragone urlando strepitosamente, pareva che buttasse fuoco dagl'occhi e narici, e ritornandosene indietro per quella salita del Monte portò al Santo fino alla grotta ove era il suo covile. Allora pieni di terrore quei che lo seguivano, e nel medemo tempo stupidi e meravigliati come il feroce Dragone alla sola veduta del Pellegrino, perse il suo solito vigore, e fortezza, andavano da lontano seguitandolo , altri stupiti fuggirono, e dicevano fra di loro pensando che ivi nella grotta il serpe farà stragge non solo del Pellegrino e del Fanciullo, m'anche devorirà i circostanti e di quanti v'interveniranno assieme. La Madre del Fanciullo ed altri parenti animati e incoragiti dal Santo Pellegrino sempre li furono appresso seguitandolo, non curandosi delli gridi e fercocità e bruttezza del Serpe, l'amore che portava al figlio la Madre la faceva immemore del pericolo e della morte.

C. 10v:

Condotto ch'ebbe il gran Dragone al suo nemico Pellegrino fino nella grotta dove essendo già ristretto sino al fondo di quella spelunca, il Santo col nico Fanciullo alla mano, s'appressò vicino al Dragone con la bocca aperta che mostrava arrabiate l'acute scaglioni, e denti molari, e con le zampe che pareva volerlo sbranare; a questo spettacolo per il terrore molti se ne fuggirono, m'altri più curagiosi si stesiro all'entrata della caverna per vederne il fine, credendosi che il Serpe riscaldandosi, infuriato, dovesse devorare al pellegrino al Fanciullo, e a quanti vi erano di presenza. Vedendo, che quello richiamando in tal cimento gl'ultimi attentati con lo sforzo dell'aperta bocca sperava strappare per assorbirsi il bramato fanciullo, che mostrava, ma restò dall'intutto deluso, perchè allora il Santo Pellegrino, segnandosi col segno della Santa Croce, a nome di Dio, nell'aperta bocca gli conficcò il bastone che teneva nella mano, e con l'altra conservò il Fanciullo, il quale atterrito e spaventato mandò dalla bocca un forte sgrido, mentre il Santo Vecchio conculcando col piede il gran Dragone, e col bastone calcandolo, l'abbattì fin tanto che strisciandosi con ogni velocità allo speco d'un buco lo precipitò, e soffondò, per quella scoscesa balza, e serrandoci quella apertura d'allora innanzi non ebbe più ardire d'uscire e far pompa di se. La povera Madre del Fanciullo, che ivi puoco distante con altri parenti si trovava, al rumore strepitoso, a i rugiti del Dragone che ribombavano per quella grotta, e al grido spaventoso del Figlio suo unico bene, credendosi che il Drago se l'avesse devorato, gridò anch'essa dicendo: Figlio - figlio - mia cara gioia, mio caro pegno, mio unico bene, e cosi dicendo quasi svanì, graffiandosi la faccia, tirandosi i capelli, e battendosi con pugni il petto, fu trattenuta da i parenti, i quali anche con singulti e sospiri piangevano dirottamente. A questa si spaventosa tragedia, tutti gl'altri che ivi erano venuti, e che stavano da lontano per vedere, e sentirne il fine dell'affare, credendosi gia certamente, che il Serpe, avesse sbranato al Vecchio, al Fanciullo, e a quei che ivi vicini si trovarono, giudicandoli come estinti e morti, si diediro velocemente a correre per quei balzi e monti; il che osservato d'altri della città, si posiro quasi tutti il visbiglio, atterriti e confusi, molto più li faceva dubbitare la dimora di quei parenti che erano andati col Fanciullo non descesiro in citta per spazio di puoche hore; e per ciò timorosi stavano con spettativa e sollecitudine per chiarirsi dell'affare, e del successo.

C. 11v:

Allora il Santo Vecchio Pellegrino in sprofondare che fece quel gran diabolico Dragone, e in allibertare la vita a quell'innocente Fanciullo, e medesimamente in esentare quel Popolo dal invasione dell'iniquo Serpe; in quel stesso luogo pososi inginocchione, ed inalzando le mani al cielo, rendette grazie al grande Dio, e poi baciando molte volte la terra in segno di ringraziamento, si alzò, e col Fanciullo Liberato, andò a ritrovare la Madre e Parenti di quello, che discosti si erano da quel luogo, e che incontinentemente piancevano la perdita del Fanciullo credendolo già morto. Allora il Santo Pellegrino chiamò quella donna e li consegnò il Figlio vivo, dicendogli: Donna, ecco il tuo Figlio Liberato; non più lagrime non più sospiri, non più timori; e voi genti rallegratevi, e morto il Dragone, ne ha più possanza Rophiel; rendete grazie al mio grande Dio, e ad egli solo date l'onore e la gloria. Vedendo l'afflitta e sconsolata donna consegnarsi dal Pellegrino il Figlio vivo e senza verun male, corse con le braccia aperte ad abbracciarlo, così anche il Fanciullo abbracciatosi al collo della Madre mostrava sentimenti di giubilo e consolazione e pieni anche tutti gl'altri d'allegrezza, e attoniti e stupefatti d'un si gran portento, si per la liberazione del Fanciullo a cui li restò il nome di Liberato, si anche per la distruzione del Drago, umiliati tutti si buttarono a piedi del Santo liberatore con vehemenza di cuore lo ringraziarono. Allora Pellegrino sciolse la lingua in lodare a Dio, e ringraziandolo di tanti beneficij ricevuti, ci fece un sermone istuendoli nella fede e legge di Gesucristo, li licenziò dandoci la sua benedizione, e li primi che si convertirono e ricevettero il santo Battesimo fu Liberato, la Madre, e l'altri suoi parenti. Il Santo Pellegrino si rimase in quella stessa montagna che sin oggi si chiama Ghulega, quale si elesse per sua abitazione; e salendo su di quella Grotta ove sprofondò il Dragone trovò un altra grotta più piccola, ed ivi si pose a fare orazione, e vita santa eremitica. La Madre col Figlio accompagnata da servi e parenti se ne scesiro alla città tutti lieti e contenti, vennero a raccontare il prodigio meraviglioso operato dal Pellegrino. Concorsero molti a folla persentirne il fatto ed il successo e specialmente quei curiosi aspettatori, che credevano forse il Pellegrino, il Fanciullo, la Madre, i Parenti, e l'altri ancora, che dimoranti erano nel monte, il Drago ne avesse fatto preda ed eccidio; ne restarono poi storditi, e quasi immobili in sentirne raccontare tutto il successo in lode del gran Pellegrino ed in vedere liberato e vivo il Fanciullo.

C. 12v:

Non si può esincerare quale fosse la consolazione di quella Madre per la liberazione del suo unico amato Figlio; ne esplicare si potrà il giubilo e contento provò il popolo Triocolitano per essere liberato ed esente dall'orribile giogo ed invasione di quel feroce Dragone e della morte. Le Madri co i loro figli e nichi Bambini festegiavano, e sentendone il successo vittorioso del Pellegrino, riempì i petti di quella città, e di quei popoli d'allegrezza indecibile. Corsiro quasi tutti a ringraziare e dare viva a Pellegrino, e sicuri e senza timore salirono quel Monte, accertandosi veramente che il Drago era morto e sprofondato nel cupo abisso. Vennero a ritrovare il Santo Pellegrino che ritirato si era in quella grotta, la quale di dentro e fuori era piena e di vuomini e femine allora a folla concorsi. Il Santo Vecchio presa la Croce in mano incominciò a predicarci la fede ed evangelio di Gesucristo ed istruendoli bene ne i dommi della religione Catolica, e sentendo che quei costantemente credevano tutto quello che Pellegrino predicava, li battezzo, e fece cristiani. Venne la Madre col Figlio liberato, a portarsi assieme a piede del Santo con una ciurmaglia di persone, e di vuomini e donne, grandi e piccioli, li quali convertiti alla fede furono anche battezzati e fatti cristiani, e li primi che si battezzarono, fu la Madre ed il Figlio Liberato, la quale portò un può di pane ed altre coselle da mangiare per ristorare le debbolite forze del Santo Pellegrino, e non accettò altri doni, e rigali che alcuni gli feciro, offerendogli in segno di gratitudine e di beneficenza, fur che qual che piccolo pezzetto di pane, accettandolo per limosina e carità. Concorse da poi il rimanente del popolo a buttarsi a piedi di pellegrino ringraziandolo di si gran beneficio, e il Santo voltatosi a quelli gli disse: non ti maravigliare o Popolo mio diletto, su di ciò, che abbiate veduto, e del pane in pietra, e d'un Dragone distrutto, non sono stato io che l'ho fatto; ma e stata la virtù dell'invocazione del solo nome potentissimo, del mio signore Gesucristo, il quale nacque da una vergine, pati e mori in croce per redimere il mondo. Il mio Dio e onnipotente vivo e vero, e colui che credirà in esso, e si battezirà, sarà salvo: ciò dicendo, distrusse bene nella santa fede, li battezò, e si feciro Cristiani.

C. 13v:

Avendo licenziato il Santo Pellegrino a tutti quei d'ogn'uno ritirarsi alle loro case, li fece ringraziare il grande e Misericordioso Dio, gli diede la sua pastorale Benedizione, contentissimi si partirono. Non lasciavano fra tanto, e di giorno, e di notte visitarlo in quella grotta ove egli si aveva ritirato, e desti
nato per sua abitazione. Non faceva altro il Santo Vecchio in quella aspra ed umida grotta che stare in continui esercizi di orazione, di penintenze, e di profonda meditazione, innanzi di una croce, che ivi aveva collocato ed eretto come d'un altare; e tante alle volte venendo di quei a visitarlo, lo trovavano rapito in estasi e sollevato da terra, ed altre volte si trovava circondato di lume divino, e lo sentivano parlare con uno a cui quei non vedevano, che si giudica essere l'Angelo di Dio. Dormiva su la dura terra, in continui digiuni, mortificazioni ed asprezze del suo proprio corpo. Amava la solitudine, era umile, prudente, caritativo col prossimo, paciente nelle avversità, affabile nel conversare, dolce nel parlare, dotto, santo, e adorno d'ogni virtù. Era di buona statura, di bella, e splendida faccia, di bella presenza, venerabile e degno d'essere amato da tutti. Si dice che quando capitò nella Sicilia fosse stato in età di anni quaranta in circa, e che abbia morto in età di anni settanta in circa, talmente che vi dimorò in quella quasi anni trenta sempre predicando catachizando e convertendo anime a Dio. Si vede ancora fin al giorno di oggi che in quella grotta, ove il Santo Pellegrino sprofondò il Dragone, vicino al buco, nella viva pietra vi e l'impressione della pianta del piede del Santo, con tutti quei liniamenti, come se fosse stato improntato in morbida creta; ed in venerazione gli antichi gli formarono una cappelletta, e fin al presente di si venera dal popolo e da qualunche che vi concorre, con ammirazione miracolosa di quell'impronta di piede igniudo stampato nel duro sasso. Ancora si vede il buco dove fu sbalzato il serpe ed essendo poi riserraro quel buco dagl'antichi con intagli pulitamente, fu riformato ad in ... di una sepoltura con crata di ferro e chiuso con una lapide.

C. 14v:

Corse la fama della santità, e prodigij operati dal Pellegrino da per tutta la Città di Triocula e da altri parti convicini, e fra gl'altri avendone sentura il Tribuno, Prefetto, Ministri e Sacerdoti delli loro Dei, mandarono su il monte a prendere Pellegrino e con fausto, e vittoria, come loro liberatore, si portasse alla loro presenza. Il Santo Vecchio umilissimo ed obediente, non volle andarci con fausto, e tripudio, essendo che quel onore si doveva dare a Dio solo da cui il tutto depende; si prese il suo bastone alla mano, e com'era suo solito, a passi lenti, e scalzo accompagnato da soldati ed altra gente, si portò alla Corte, ove essendo giunto, umilmente riverendoli, alla loro presenza s'inginocchiò, che ciò osservato dal Prefetto, e Ministri, la gran santità ed umiltà di Pellegrino, stupidi e soprafatti dell'annamenti e deporto di quello, fu inalzato e fatto sedere a sieme a tavolino. Interrogato della nascita, padria, legge, e come ivi era venuto Pellegrino, gli rispose, essere nato gentile in Lucca della Grecia, abitante in Roma, seguace dell'Apostolo Pietro, Principe e capo della santa chiesa, da cui ricevette il lume della santa fede si battezò e fece Cristiano. Fui mandato, disse egli, dal Santo Apostolo Pietro illuminato dallo Spirito Santo, in questo Regno di Sicilia, per predicare la nuova e vera fede di Gesucristo, e publicarci il suo santo evangelio, destrudere i Demonij, e piantare la Croce, e i misterij di nostra redenzione: e chi credirà, ed osservirà tutto ciò, che li dico, in fine haverà la vita eterna. Fattogli da poi un sermone alla presenza di tutti, gli spiegò il mistero della SS. Trinita, consistente uno in essenza, e trino nelle persone, onnipotente Creatore del cielo, e della terra, remuneratore del bene col paradiso, e punitore dei male coll'inferno, e che la seconda persona di queste tre divine persone si fece Vuomo nel purissimo seno di Maria Vergine Concetta senza colpa originale, nacque, patì, e morse in croce per redimere il Genere humano; il terzo di che morse resuscitò, e salì al cielo, e siede presentemente alla destra del suo Eterno Padre. Ciò sentendo tutti am(mirati), tocchi dello Spirito Santo, e della divina parola, e compunti da vero cuore, credendo tutto ciò che li diceva il Pellegrino buttatisi a suoi piedi, chiedettero da vero cuore perdono si battezzaro e feciro Cristiani.

C. 15v:

Era il Santo Pellegrino vestito di ruvida, e lacera tonica di lana, cinto di corda, con piedi scalzi, di capelli e barba canuta, umile, macilento, e di puoche parole: portava nel petto una picciola croce, e il libro dello santo Evangelio descritto dagli Apostoli, e datoci da S. Pietro, ed alla mano sempre teneva il suo bastone. Fu accetto da tutto quel popolo con applausi e tripudij, ringraziandolo incessantemente de i beneficij che gli aveva fatti, e del lume ricevuto, della vera e santa cattolica fede. Alcuni però indiscredenti ed ostinati, Ministri de i falsi Dei, e amici del Diavolo, si opposiro a tutto ciò che predicava il Pellegrino e cercavano di discreditarlo appresso il popolo, e mandarnelo via vitoperiosamente da quella città, con tutto che c'avevano l'obligo come di loro liberatore e conservatore della morte non solo dico della temporale, ma dell'eterna ancora. Ma Iddio che mai lascia perire o abandona i suoi servi, fece più e più accrescere la fama, virtù, e santità di Pellegrino. Si trovarono in quel stesso tempo in mezzo a quella ciurmaglia di persone, due ossessi delli demonij, scoprirono il che era Pellegrino e come ci aveva detto la verità, onde facendo gran fracasso, e rumore, gridando ad alta voce dicevano: il Pellegrino ci caccia, il Pellegrino ci caccia: Allora il santo Vecchio, fattoci il segno della Santa Croce, ne uscirono i diavoli da quei corpi vessati, che dicevano; il vero Dio e quello che adora, e predica il Pellegrino; a questo spettacolo occorsiro, i ciunchi, e stroppiati, e ne ricevettero la sanità, cosi anche gli infermi ed ammorbati, ricorsero a Pellegrino e n'ebbiro la pristina salute; i ciechi, surdi e muti anche n'ebbiro fatta la grazia, a confusione di quei malidicenti, dei quali molti compunti si convertirono alla santa fede di Gesucristo; e quei che ricupata ebbiro la sanità, ne ringraziano al Signore Dio, ed assieme di tutti l'altri dei popolo gridarono viva il Pellegrino nostro santo Padre e liberatore. Trascorso quasi il giorno, i Ministri, e Prefetto fatto sedare il tumulto del popolo che a folla veniva a chiedere grazie da Pellegrino, li feciro tutti ritirare ... ogn uno a loro case, e poi con Soldati verso alla sera lo fece accompagnare fino su del monte, ove era l'abitazione del Santo Eremita Pellegrino: restando quei stupiti e maravigliati de miracoli, e portenti operati in un solo giorno, che furono motivi di più e più confirmarsi nella santa fede Cattolica e Cristiana.

C. 16v:

Un giorno, come che correva da per tutto la fama, santità e prodiggij operati dal Santo vecchio Pellegrino, fu chiamato dal Sommo Sacerdote de i falsi Dei, per conoscerlo, e parlare con esso. Fu condotto il Santo in quel infame e vituperoso Tempio, ove si davano incenzi, e si facevano sacrifici, agl'Idoli e falsi numi. Entrato che fu il Pellegrino, e prima che si aggiuntasse col Sommo Sacerdote ed altri Ministri, alzando il suo portentoso bastone al solo comando a nome di Dio, fece cadere a terra in pezzi tutti gl'Idoli, infami ed ingandatori di quel Tempio, dal quale cacciò via i Demonij, che confusi gridan
do si partirono, restando spaventati ed atterriti tutti quanti ivi vi erano, e poi voltatosi col Sommo Sacerdote gli improverò dicendogli: Ecco i vostri Dei Demonij fallaci ed ingandatori, e gl'Idoli opera di mano d'uomini destrutti: Ecco che a nome del mio onnipotente Signore, buttati a terra, e ridotti in cenere. Allora il Sacerdote tremante, e confuso gli rispose: vedo o Pellegrino quanto sei possente nel tuo podere, e quanto e grande ed onnipotente il tuo Dio, e li nostri Dei sono stati Demonij buggiardi e lusinghieri, a i quali vanamente habbiamo prestato fede e datogli incenzi e culto: or dimmi di grazia chi ti revelò, e diede cognizione di questo vero Dio che adori, e per mezzo suo operi tanti portenti e miracoli: Gli rispose Pellegrino: Sappij che io nacqui Gentile nella Grecia come sei tu, e la divina misericordia mi iliuminò e chiamò al grembio della Santa fede cristiana per mezzo la predicazione de Santi Apostoli, il di cui capo, e l'apostolo Pietro oggi Pontefice e vicario di Cristo in Roma, e uno dei di lui discepoli che apprese la legge e fede che io predico: Egli mi mandò in questa Trinacria, e mi consacrò vescovo di questa Triocula di cui ne ho cura, per destrudere idoli, cacciare Demonij, debellare gli
eresie; piantare la f(ede) e dare culto al vero Dio il quale e onnipotente creatore del cielo, e della terra, a nome di cui distrussi il feroce serpe, ed altre operazioni che hai inteso, e sentirai; tutti sono operazioni di questo Dio che adoro e venero. Allora postrato a piedi del Santo, quel Sacerdote, assieme degl'altri che erano in quel Tempio, umiliati e contriti lo pregarono a dichiararcene i misterij.

C. 17v:

Sentendo il Popolo, che Pellegrino col solo tocco del suo bastone distrusse gli Idoli del Tempio, concorse ivi, specialmente quei che convertiti si era. no alla Santa fede; viddero anche che i Sacerdoti e ministri de suoi Fani, e Moschee, e principali del Tempio, erano convinti, e quasi convertiti alla Santa fede, ci provarono piacere, e più s'animaro ed accesiro nel amore di Dio. Nel stesso tempo Pellegrino animosamente e pieno di Spirito Santo, salì sopra d'un altare, e incominciò a predicare a quel Popolo la fede e legge di Gesucristo vero Messia. Disseli che egli anche fu nato e cresciuto nella gentilità come era stato di quelli, involti nelle tenebre dell'ignoranza e della morte, nell'Idolatrie, incogniti del grande Dio: ma che per mezzo della predicazione de Santi Apostoli, assieme di molt'altri aprì gl'occhi al vero lume, e si convertì alla fede santa vera e stabile di Gesucristo unico Figliuolo di Dio, il quale sceso dal cielo prese carne umana, e si concepì per opera dello Spirito Santo nel sacro ventre d'una Verginella, e nacque al mondo, patì e morì in Croce per redimere il Genere Umano dalla schiavitù del peccato. Resuscitò da morti, e glorioso, e trionfante salì al cielo, e da li dovrà venire altra volta da Giudice nel fine del mondo per giudicare li buoni e li mali, alla di cui presenza dobbiamo tutti essere risorti in anima ed in corpo immortale; e che poi i buoni Cristiani e servi di Dio andiranno persempre a goderlo nel Paradiso, e i mali che non sono della legge, e fede di Cristo anderanno per sempre ad ardere con li diavoli nel inferno. Gli spiegò molt'altre cose Pellegrino e misterij di nostra Santa fede, per il che tutti si convertirono a Dio, abjurgarono, e detestarono gl'ldoli, l'infedeltà, la vana osservanza l'eresie, i soprastizioni ed ogn altro; e distrutti gli altari, e false cerimonie delli stessi Idoli, abbracciarono la fede Cristiana e legge di Gesucristo, e si feciro veri, fedeli cristiani. Allora Pellegrino fece rifabricare nuovi altari e nuove cappelle, e nuove chiese, li benedisse, ed in ogn una ci collocò l'immagine di Gesucristo Crocifisso, e cosi li piantò la vera e santa fede, con dare il culto al Dio del cielo, e della terra, padrone, signore, e creatore del tutto. Da poi il Sommo Sacerdote venerò, e diede incenzo al Crocifisso, e poi spogliatosi dalle sue vesti, ne lasciò la carica a Pellegrino, il quale come vero e legitimo S(acerdot)e, diede incenzo a Dio, ed al Crocifisso come Immagine del suo figlio morto su la croce: gli espose anche una figura di Maria Vergine come Madre di Dio al culto e venerazione di tutti, che si fece formare da un pittore; e cosi lasciati a tutti contenti e consolati, egli se ne salì al monte per ivi ritirarsi nella sua grotta, ove fece orazione ringraziando incessantemente la misericordia, e bontà di Dio.

C. 18v:

Ritiratosi di bel nuovo il Santo Pellegrino in quell'aspera grotta, tutto stracco e lasso per le gran fatighe e travagli sofferte a prò e beneficio del suo Popolo Triocolitano, si pose inginocchione ringraziando Dio, per haver illuminato li tenebri della mente e la perfidia del cuore di quei ciechi ed infedeli Saraceni, e di haver operato tanti portenti, e meraviglie per mezzo del suo Servo, e di haverli chiamato, e ridotti alla santa fede cattolica, e fatti cristiani per mezzo del lavacro del santo Battesimo: Si pose in una profonda orazione pregando Iddio per l'augomento della santa fede, ed esaltazione della Santa Chiesa Apostolica e Cattolica Romana. Il Diavolo superbo ed invidioso fremea contro di Pellegrino, vedendo che ci aveva levato tante anime, ed introdottoli per la via del cielo, si mordea per rabbia, e non sapendo il che fare per contro del Santo Vecchio, convocò tutti i spiriti infernali, affine d'assaltarlo e farlo dare in disperazione, giacche non potte vincerlo mai in altri tentamenti e mali suggestioni che c'apportò alla mente. Per ciò sotto varie forme, e di donne igniude e lascive, di brutte fantasime, e sotto specie di orribile Dragoni, e spaventosi serpenti, vennero ad insidiarlo in quella Grotta. Ma il Santo forte, e constante, si voltò verso alla croce che ivi fissa teneva, e poi presa la disciplina alle mani, incominciò a battersi crudelmente, quanto che giunse fin allo spargimento del proprio sangue; ciò vedendo i Demonij che non potevano resistere a petto di Pellegrino, confusi e tremanti, e come disperati si partirono lasciandolo solo. Andarono il dimane com'era solito alcuni divoti ed affezionati per visitare al Santo Pellegrino, e lo trovarono postrato a terra quasi morto; non sapendo che ne sia stato il motivo, e non ne potendo ricavare cosa dalla sua bocca; lo costrinsero a portarsi in città, il che ricusando, sopragiunsero dell'altri buoni fedeli ed a forza se lo portarono i(n città) dove giunto il Santo si mese a predicare ed esortare il popolo ad essere forte, e costante nella fede, e fuggire i tentazioni ed assalti del Demonio. Doppo che communicato ad uno de Sacerdoti, il che aveva patito in quella notte combattendo con i Demonij, vie più si venne a manifestare la Santità del nostro forte, e costante Pellegrino.

C. 19v:

Si portò Pellegrino alla nuova chiesa che egli aveva rifabricata, benedetta, e consecrata, dove convocò tutti i grandi, e maggiori della città, ivi fu vestito con abiti ed insigni viscovili, e con consenso piacere, e volontà di tutto il Popolo Triocolitano, fu accettato per loro degnissimo Prelato, il quale allora adornò il Tempio le chiese, e l'altari di donsili, e addobbe sacre. Distinse il ceto Ecclesiastico dal Secolare; arnpliò i Ministri della chiesa; e degli assistenti al Santuario; insegnò i cirimonij e funzioni della chiesa: Decretò, e stabilì, li setti Sacramenti istituti da Gesu Cristo. Ordinò Sacerdoti con altre ordini sacre; e decretò molte altre cose a favore della chiesa e stato Ecclesiastico, servendosi dell'amplia potestà dataci al Pontefice ed Apostolo S. Pietro: talmente che diede ed accrescette il culto ed adorazione al vero Dio, e ridusse quel popolo alla fede cristiana. Essendo poi Pellegrino da Prelato fece fare i sacri vasi di argento per uso dell'altare e per il Santo Sacrificio ed egli quasi giornalmente celebrò la Santa Messa devotamente, con assistenza, e venerazione de i novelli fedeli i quali essendo fermi e stabili nella fede si andavano a confessare con i Sacerdoti ai quali aveva delegata la potestà il Santo Vescovo ed egli ci faceva la Santa Communione. Non cessava fra tanto di ogni giorno predicarci e d'ammonirli nella esatta osservanza della divina legge, e comandi di Dio, talmente che col suo savio deporto e dolce parlare, e coll'ajuto del divino Spirito estirpò affatto il Paganesimo e vane osservanze, distrusse tutti i vizij, e peccati, eli ridusse in tale stato che di vile piombo che erano li ridusse, e perfezionò in finissimo oro. L'infiammò da poi nell'amore di Dio, nella divozione e adorazione del divinissimo Sacramento euquaristico; e si come si dice che il Santo Prelato Pellegrino aveva fatto formare un quadretto della Santissima Vergine Ma(ria Mad)re di Dio, e questo l'espose alla venerazione di tutti, fissandolo (all'al)tare, onde il Santo Pellegrino fu il primo, che rispettò, e venerò quella Signora, e ne introdusse la divozione defedeli in questo nostro regno ed Isola di Sicilia.

C. 20v:

Cresceva di giorno in giorno il Fanciullo Liberato alla Madre, la quale trasecolava per la consolazione, e divenne qual fama di più oricalchi nel promulgare la liberazione del Figlio havuta per mezzo dei Santo Vecchio Pellegrino, e similmente a raccontare la totale mutazione del pane in perfetti marmi, e per l'altri prodigij, e miracoli operati dal medemo a favore e bene del suo popolo, fu acclamato per un gran Santo e Vuomo di Dio, degno d'infiniti meriti. Maggiormente aumentandosi di quelli il giubilo, con mille benedizioni esclamando, ringraziavano Iddio, a cui erano nati per mezzo del Santo Battesimo, e che tanto si aveva compiaciuto nel suo servo Pellegrino, dicendo pieni di lacrime di allegrezza: Benedictus Dominus Deus, qui nos ab immani bestia, et mortifera liberavit per suum servum Peregrinum.
Il motivo poi per cui il Santo Pellegrino si elesse quel stesso luogo ove dimorava il maldetto Dragone per sua abitazione, ed ivi volse stare consumando il rimanente della sua vita: Fu primariamente per levare via il timore di quelli assicurandoli dalla già fatta liberazione; Per secondo, per esentarsi dal mondo e stare solitario, e non essere distratto dalle pie e sante meditazioni, alle lunghe e fervorose orazioni, all'ardue e spesse penitenze, a continui digiuni, e mortificazioni, a cotidiane astinenze e lacerazione del suo corpo. Fu sempre Pellegrino vigilantissimo Pastore delle sue pecore, ed ebbe cura di difenderli dalle branche de i lupi; non cessò mai di predicarci, d'ammonirli e catachizarli e d'istruirli sempre ne i rudimenti di nostra santa fede e nelle verità eterni; andava anche al giorno con un Cristo alle mani predicando, e convocando i fanciulli, e grandi, e piccioli tutti correvano, seguitando il suo Santo Prelato, a cui sentivano con attenzione e divozione, e sene tornavano in casa contriti, umiliati ed infiammati di amore di Dio. Si dice che ... Pellegrino da Prelato in Triocola per lo spazio di anni 30 ed altri dicono più, e doppo di esso ebbe quella città altri cinque vescovi (uno?) dei quali si dice essere stato quel fanciullo Liberato dalla d... del Drago discacciato dal stesso Santo, e che fatto vescovo... (m)orse da Santo. Non si fa menzione del Padre di Liberato, forse si giudica in quel tempo essere stato morto nel paganesimo: Ma la Madre, e parenti ed altri convertiti alla Fede si crede essere morti da buoni Cristiani.

C. 21v:

Nel stesso tempo che governava da Vescovo in Triocola il Santo Vecchio Pellegrino, e mentre che la città godeva quella pace, e quiete d'una vera santità. Il Santo Vecchio com'era suo solito se ne stava solitario nella Grotta. Ma il Diavol invidioso che superbamente fremea di sdegno e di furore non solo contro di Pellegrino, ma di tutta la Cristianità fedele seguace di Gesu Cristo, mosse una fiera tempesta in Roma contro quei cristiani, e per comando del perfido e crudele Nerone furono marterizati gli Apostoli S. Pietro e S. Paolo. Dopo che essendo perseguitata d'ogni dove la Santa fede, s'introdussero alcuni potenti nemici nella nostra Sicilia, che uniti con altri infedeli ed Eretici, vennero in Triocola ad inquietarla, e con minaccie e con lusinghe mostravano d'atterrirli e rimoverli dalla ferma e costante fede in cui erano. Da poi andati su il monte, ov'era il Santo Prelato, si appressarono alla Grotta ed entrati entro con furia presiro al Santo Vecchio e ligatolo con funi, e con strapazzi, e con percosse lo trassero fuori, ove fatto un gran fuoco lo buttarono in quelle fiamme [che si dice per tradizione, ma non costa che sia stato martirizato, ed alcuni vogliono e sono d'opinione che sia morto da martire su il stesso monte] ma non morse da Martire, e lasciatolo in quel fuoco se ne andarono via, ed alzatosi da quelle fiamme Pellegrino illeso ed immune ne ringraziò il Signore, e tornatosene nella Grotta sua abitazione ivi si pose in orazione pregando per il suo popolo strettamente al Signore; nel mentre, quei Eretici ed infideli essendo che stavano saccheggiando Triocola, per divin volere di Dio e per le preghieri che ce ne faceva il Santo Prelato, armatisi tutti, tutti i cittadini a nome del Signore li trucidarono a tutti facendoli in pezzi, che fu il motivo, che doppo la morte di S. Pellegrino passati molti anni i R(omani) distrussero la gran Città di Triocola e la picciola
cartagine... Poi alcuni del popolo che il Santo Vescovo suo liberatore (credevano) abrugiato su il monte vennero per conpiangerlo credendo ... (mor)to; ma ritrovatolo vivo ed illeso se ne rallegraro molto, e (andati a)lla città assieme col Santo, trovarono che con allegrezza stavano abrugiando i cadaveri di quei Eretici come essi aveano creduto che si era abrugiato il S. Pellegrino, il quale allora ci fece una gran predica di stare sempre forti, e costante nella santa fede, e confidare sempre in Dio.

C. 22v:

Or giunto il tempo che l'apostolo di Sicilia il nostro S. Pellegrino dovea lasciare questa mortal vita, per andare a godere i frutti di tanti suoi patimenti e fatighe la sù nel cielo, soferti con tanto amore verso Dio, ed a beneficio dell'anime, specialmente dei Popolo Triocolitano; li fu rivelato dall'Angelo quel giorn[n]o che egli dovea salirsene al Paradiso. Si crede che il Santo Vecchio sia stato ammalato con febre, e che il popolo fedele non lasciava di giornalmente visitarlo e soccorrerlo nelle di lui necessità, vedendosi vicino alla morte, si preparò, e secondo l'opinione fu ammonito de i Santi Sacramenti, ed assistito dai Sacerdoti che mai lo lasciarono. Egli dunque essendo che se ne stava giacendo su d'un picciolo letticciolo formato di pezzi di legni, pietre, e puoco paglie su la dura terra, in quella umida e fredda Grotta; il Demonio facendo l'ultimi sforzi per assaltarlo, abbatterlo e vincerlo, oltre le varie apparenze, gli portava molte suggestioni vane alla mente. Ma il Santo Pellegrino forte e costante, con volto risplendente, e sereno, si prese una croce alla mano, e poi stringendosela al petto e baciandola molte volte, alzando gl'occhi al cielo, disse Pater in manus tuas commendo Spiritum meum; e dicendo Gesù e Maria spirò la sua bell'Anima, nelle mani di Gesù e Maria, assistito anche dal Patriarca San Giuseppe, l'apostolo S. Pietro, S. Michele Arcangelo, e del Angelo suo custode; accompagnato d'altri Angeli e Santi se ne volò al Paradiso. Non può spiegarsi quale sia stata la pena e dolore di quel Popolo, che avutane notizia corsero a folla piangendo e sospirando su quel monte per baciargli le sacre mani. C..ente morto su quel letto lo lasciarono per tre di insepolto a (fine di?) venire tutti a visitarlo. Ne potevano contenersi dalle lagrime... che quasi soffogati dal pianto dicevano: E morto il nostro ... re, il nostro liberatore, il nostro condottiero, il nostro benefattore, il nostro ... nissimo Prelato, il nostro gran S. Pellegrino ... essendo ... isequia e funerale come meglio pottero ad al... di... (nuo)va chiesa, dopo tre di lo sepellirono vici(no alla) stessa chiesa puoco distante di quella di che non se ne... notizia. Dopo tempo, si dice che le sue reliquie furonotrasportate per divina revelazione, in Lucca della Gregia dove... everente... in questa solamente ne restò un osso della sua sacra spalla; che oggi si venera in reca di argento in questa ...

C. 23v:

Doppo la distrutta della nobile e famosa città di Triocola, che si dice essere assaltata ed assediata da i Romani, molt'anni doppo la morte del Santo Vescovo Pellegrino, e che per li grandi terremoti allora in quei tempi vi furono da per tutta la Sicilia, maggiore parte di quella città si rovinò, e distrusse. Ma doppo il decorso de tempi essendo rifabricata e riformata in parte e posseduta da nobili principi e Duci, acquistò il nome di città di Caltabellotta che sin ... ne tiene il memorabile nome e vestiggi di quella antica Città. ... d'allora in poi i Caltabillotesi con ragione accettarono e saran... e per sempre questo glorioso campione S. Pellegrino... to Patrono, Protettore e Padre. ... (Sa)nto Protettore e stato quello che ha intercesso, ed interi Dio appo Maria Vergine di cui egli fu speciale divoto, e si dice fu il primo che ne portò notizia allor che venne in ... almente allora in Triocola c'introdusse la divozione ... chiamarla col nome di Maria Madre di Dio. Perciò allora quando Iddio giustamente sdegnato per li peccati scocca fulmini di castighi per subissarci, si frappone il S. Pellegrino a pregarne la Madre di Dio, e quella ad intercessione del Santo Protettore trattiene il braccio al Figlio e lo placa. Si racconta, che a tempo di peste, di terremoti, di guerre, di locuste, di penurie, di fame, di epidemie, di tempeste di vento, fulmini e saette, ricorrendo da i Caltabillottesi al suo protettore S. Pellegrino ne ha ottenuto le grazie. E sino a tempi d'oggi, quanti ammalati gravi, cronici, (gl'in)fermi, e specialmente i rotti, ed erniosi, c'anno ricorso con ... ed anno stato dal Santo agraziati. Giornalmente an... dire che molti ne i loro bisogni e necessità anno ri(corso e ricorrono con fiducia al Santo Protettore Pellegrino ... (consolati con la grazia fatta. Sicche gli con... zie il Santo, anche agl'immeritevoli non ... Caltabellotta, m'anche di tutta la Sicilia, ... li fu mandato dall'Apostolo Pietro in ques... verterci alla fede, e liberarci dall'insidie... li si prese la cura di Padre per prevedere... rne tutte quelle grazie che noi sospiriamo... gno nelle nostre urgenti necessità. Si ricor... caro con fiducia che il tutto, l'otterrà.

C. 24v:

Quell'antichi Caltabillottesi in memoria del gran Protettore e Padre S. Pellegrino, della montagna collaterale alla Grotta ove abbitava, e morse il detto Santo, e della Grotta di sotto ove suff...... ci fabricarono una picciola chiesa. Da poi avanzandosi la devozione col decorso del tempo gli edificarono un picciolo con(vento) con assistenza di Eremiti, e sin oggi e tanto accresciuto ... convento che e portato alla perfezione di un sontuoso Santu(ario) ... odegerati, e perfetti Eremiti vestiti a unif... ... Santo ... e Protettore S. Pellegrino, cio è, d'una toni(ca) ... a bianca cinti con corrigia di corame negro, con... ... carne una picciola camicia senza maniche, e ... lana pungente. Abitino stretto e corto di panno ... Sopra, una picciola mozzetta, e capuccio ton... panno moscato, barba lunga, e capelli corti, ... e sandolette alle piedi, e nel inverno per coprir(si) ... è permesso andare con mantelletto similmente di (panno) rrito moscato. Questi vivono in comune e, di pura limosina questuanti, tengono il suo Superiore a cui sono soggetti, travagliano per il Santuario, e faccciono limosina a poveretti. Si alzano ben per tempo, facciono l'orazione, in comune ed altre opere ed esercizi spirituali. Tengono un Sacerdote Cappellano che ogni dì celebra la Messa, nella chiesa del stesso Santuario ... adorna e Sacramentata. Vi è al Altare Maggiore una bellissima statua del Protettore S. Pellegrino, fatto moderno e di ... ecente. Sopra a confinare col dormitorio vi è un Conservatorio ... l'antica statua di detto Santo, anche bellissima e mi... che si esce in processione in tempo di necessità. Tengo(no belli)ssimi addobbi di chiesa e ricchi paramenti ed altre co(se) ... più belle d'ammirarsi si è che tengono un bellis(simo) ... bino di cera che pare su il vivo e innamorata in chiesa in ogni 25 di Mese. Si facciono due ... (a)nno in memoria di detto Santo Protettore la di lui festività, e l'altra a 18. Agosto. ... so del Popolo ed anche di forestiere ... ... (Pasqu)a di Resurrezione si celebrano ... ... del SS. Sacramento i setti vennero ... ... protettore ...al pubblico ... ...pietra. Similmente la Reliquia


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