Lago Caltabellotta a Palermo
Ultima modifica 2 aprile 2023
di Accursio TRUNCALI
Vivo in questo quartiere da più di vent’anni, diciamo da una vita. Subito dopo aver concluso i miei studi in Accademia, e aver trovato la mia compagna, fra le tele e i tubetti di colore in quelle aule di via Papireto, sede dell’Accademia delle Belle Arti, decidemmo per scelte obbligate, di vivere in questo quartiere periferico a nord ovest della città. Fu per caso che un giorno, camminando m’imbattei in questo Largo Caltabellotta, ti confesso che l’emozione fu forte, non avevo con me la mia macchina fotografica (allora non esistevano né digitali né telefonini) così mi ripromisi di tornarci al più presto, per scattare delle foto.
Tornai qualche giorno dopo, con mio stupore, trovai degli astanti e residenti accanto al cartello, insospettiti da quello che stavo per fare, - cioè delle semplici fotografie - al cartello e successivamente a tutto il Largo, ricordo che mi si avvicinarono, e con fare minaccioso mi chiedevano chi fossi, “se uno sbirro o uno del Comune” e cosa volessi. Li tranquillizzai subito dicendo loro, che volevo solo fotografare quel Largo con quella scritta, che per me era importante, poiché mi ricordava il luogo che mi ha dato i natali, e dove ho vissuto per quasi vent’anni, anni che porto con struggente nostalgia dentro il cuore, perché non scegli tu il luogo dove nascere… magari puoi scegliere il luogo dove morire.
Perciò, oggi, ogni qualvolta che mi trovo a passare, rallento se sono in macchina, lanciando un’occhiata a quel cartello che m’appartiene, ma oramai è rovinato e scarabocchiato da mani anonime.